La digital transformation ha bisogno di un progetto per avviarla

La Digital Transformation non accade per sbaglio: ci vogliono manager competenti, proprietà industriali lungimiranti, capacità e conoscenze diffuse non solo nel tessuto manageriale, ma anche nelle figure dei quadri che li supportano.

 Pare chiaro, arrivati nel 2020 che la Pubblica Amministrazione Italiana non ha una visione organica - per impreparazione o difficoltà nel tenerne la barra, dall'alto - che possa tradursi in un progetto di ampio raggio, atto a promuovere questo cambiamento necessario. La digitalizzazione dei processi di produzione, accompagnata dall'automazione e calcoli sulle previsioni, chiamato, nei programmi ministeriali Industria 4.0, non è la digital transformation. Questa visione soffre infatti di un problema: non parte dai bisogni dei clienti o dai potenziali tali, ma dalla necessità di ottimizzare i cicli di produzione, di giacenze di magazzini, di controllo sulle procedure... Ma la vera trasformazione digitale parte da quello di cui hanno bisogno i clienti, quello che desiderano, come vogliono usufruirne, come accedono ai nostri prodotti e servizi; la digital transformation parte dalla riorganizzazione delle operations, della reimpostazione del marketing e dall'attivazione di procedure sales incentrata sul cliente. La digital transformation è "clientocentrica".

Con Industria 4.0, nell'accezione dei governi italiani che si sono succeduti, avremmo i magazzi pieni di prodotti meravigliosi, prodotti perfettamente, nel più breve tempo possibile e ottimizzando ogni fase del processo. Ma i magazzini pieni devono essere svuotati dal marketing, dal sales e dal customer support (per spingere il passaparola). Nulla di tutto ciò è stato buttato sul piatto della trasformazione digitale di questo paese.

Sicuramente uno dei progetti più interessanti per costruire un sistema attorno a questa idea di trasformazione Digitale ce lo presenta Guilds42. Alberto Giusti, una dei cervelli che lo ha messo a terra, ce lo presenta in questo modo.

"Microsoft chiude tutti i suoi 32 store fisici e punta sull'online.
Gamestop chiude 320 store fisici, soprattutto quelli troppo vicini tra loro.
AT&T si focalizza online e chiude 250 store fisici.
Victoria's Secrets chiude 250 dei suoi store fisici, 1/4 del totale.
Gap ripensa alla dimensione dei negozi e ne chiude 89.
Macy's decide di tagliare gli store fisici non profittevoli, 125.
Bose chiude tutti i suoi store fisici in diversi Paesi.
Hallmark si focalizza online e chiude 18 dei suoi store fisici.

...e si potrebbe continuare per altre decine di righe.

Molti di questi brand non fanno riferimento alla situazione economica attuale per le chiusure, ma anzi dicono di volersi rifocalizzare online e rispondere alle crescenti aspettative dei clienti (che sicuramente sono aumentate in questi mesi, ma l'online esiste giusto da un po' di più).

Parto da quanto ci dice l’OCSE nel suo Skills Outlook 2019: “l’Italia non ha competenze di base essenziali per prosperare in un mondo digitale. Serve fornire gli strumenti digitali necessari per lavorare oggi sia a chi deve ancora imparare un mestiere sia a chi sta già lavorando”.

Le scuole e le università prima o poi se ne renderanno conto e con la lentezza della burocrazia italiana provvederanno.

Ma la velocità di reazione sarà adeguata alla velocità di sviluppo digitale dei nostri competitor? Abbiamo il timore che non sarà così veloce. 

Questo ci ha portati ad immaginare ed ora a realizzare Guild42. Non abbiamo inventato nulla, ci siamo solo voltati a guardare la storia di questo meraviglioso paese ed abbiamo copiato il modello delle gilde (botteghe) fiorentine rinascimentali.

Quindi, una scuola (Academy) gratuita, in cui abbiamo messo a disposizione corsi certificati dai principali player del digital, le certificazioni del percorso di formazione rilasciate da Google, Hubspot, Facebook, Shopify, Indeed, Ebay, Linkedin, Sales Manago etc.

Come fa uno studente ad accedere poi alle botteghe ed iniziare a lavorare? Ottiene certificazioni seguendo la coerenza delle sue vocazioni, con 14 certificazioni per noi è accreditato ad entrare.

In quaranta giorni dal lancio dell’iniziativa abbiamo circa 400 iscrizioni (il più giovane ha 13 anni il più vecchio ha 67 anni), siamo aperti a tutti.

Chi paga le botteghe (i garzoni usciti dall’Academy da qui in avanti saranno pagati)? I mecenati o patrones, a seconda dell’importanza del progetto in cui credono ed investono, essi possono essere aziende o fondazioni, ma anche enti di varia natura, ecc.

Chi guida le botteghe? I maestri ovvero professionisti digitali che hanno maturato esperienze nei singoli settori in cui si coniuga il digital e su specifiche filiere.

Chi controlla l’evolversi del processo di formazione o poi di sviluppo dei progetti. Tramite dashboard il percorso di apprendimento sarà mappato, come la crescita professionale in base ai progetti di bottega a cui parteciperà lo studente ormai garzone. In analogia per i progetti il soggetto finanziatore avrà in continuazione il controllo dell’evolversi del lavoro in bottega con adeguate metriche.

Nelle botteghe di Guilds42 si esplorano nuovi ambiti facendo il percorso guidati da artisti/artigiani con esperienza pluriennale. Tutto ciò conduce ad un nuovo livello di consapevolezza che i Master e le Università tradizionali purtroppo non riescono ad abilitare. Questo percorso, condotto fino alla fine nelle 3 Gilde, consente l'abilitazione del Rinascimento Esponenziale grazie alla vera Digital Transformation dei business "tradizionali"."