Il metodo 'fail fast, validate faster' per la digital transformation

Fin da quando eravamo piccoli la definizione di successo che ci hanno sempre spiegato aveva solo due elementi: il tempo investito nel progetto e gli sforzi fatti per raggiungere l'obiettivo.

Il fallimento e l'apprendimento dal fallimento non fanno parte di questa equazione.
Quindi, il fallimento è percepito dai più come un tentativo non pianificato: si fallisce perché non si era preparati ad un'impresa di successo. Ma non è sempre così. Pensate a Sir Edmund Hillary: aveva pianificato con largo anticipo la spedizione per salire sull'Everest, aveva messo insieme una squadra preparata per il successo, aveva provviste ed attrezzature, sapeva dove fermarsi e aveva calcolato i tempi... e fu costretto a tornare indietro per la peggiore tempesta di neve mai incontrata prima in montagna.

Oggi, dire a qualcuno che il fallimento è un ottimo modo per avere successo potrebbe sembrare un'affermazione sciocca. Questo perché abbiamo ricordi negativi ed emozioni tristi associate al fallimento.

Tradizionalmente, il fallimento non è accettato nella nostra cultura (che si tratti di business o di contesti sociali) e viene visto come una debolezza. I fallimenti sono qualcosa da evitare e tale paura del fallimento ritarda l'adozione/implementazione di qualcosa di nuovo, che potrebbe generare un 'apprendimento' del fallimento.

Così, molte opportunità di imparare e trasformare gli affari passano inosservate e rimangono inesplorate. La tendenza ad evitare il fallimento è dovuta alle aspettative derivanti dalla pressione di chi lavora con noi, i manager in primis, e dalle barriere culturali costruite attorno alla natura umana. In breve, non siamo programmati per accettare il fallimento come opzione!

Per la maggior parte delle persone, fallire è qualcosa che bisogna evitare del tutto. Ma non è sempre così, neppure nel substrato della cultura popolare.

Pensiamo alla banalità della frase fatta "ritornare in sella", che indica qualcuno che si sta riprendendo da un fallimento recente: c'è un valore intrinseco nell'apprendimento dall'esperienza, perché si torna in sella per continuare a galoppare e per cavalcare verso il successo.

Il dolore che sta alla base di questa crescita, che è decisamente più acuto quando fa ancora male a causa di un recente passo falso, diminuisce man mano che andiamo avanti e riusciamo a guardare indietro per capire cosa è andato storto.

 

 

Che cos'è il metodo di sviluppo agile

L'uso del termine agile per riferirsi a metodi di sviluppo software fu introdotto dal Manifesto Agile pubblicato nel 2001.

La maggior parte dei metodi agili tenta di ridurre il rischio di fallimento sviluppando il software in finestre di tempo limitate chiamate iterazioni che, in genere, durano qualche settimana. Ogni iterazione è un piccolo progetto a sé stante e deve contenere tutto ciò che è necessario per rilasciare un piccolo incremento nelle funzionalità del software: pianificazione (planning), analisi dei requisiti, progettazione, implementazione, test e documentazione.

I principi su cui si basa una metodologia agile che segue i punti indicati dal Manifesto Agile sono solo quattro:

  • le persone e le interazioni sono più importanti dei processi e degli strumenti (ossia le relazioni e la comunicazione tra gli attori di un progetto software sono la miglior risorsa del progetto);
  • è più importante avere software funzionante che documentazione (bisogna rilasciare nuove versioni del software ad intervalli frequenti, e bisogna mantenere il codice semplice e avanzato tecnicamente, riducendo la documentazione al minimo indispensabile);
  • bisogna collaborare con i clienti oltre che rispettare il contratto (la collaborazione diretta offre risultati migliori dei rapporti contrattuali);
  • bisogna essere pronti a rispondere ai cambiamenti oltre che aderire alla pianificazione (quindi il team di sviluppo dovrebbe essere pronto, in ogni momento, a modificare le priorità di lavoro nel rispetto dell'obiettivo finale).

Il metodo agile nella digital transformation

Il metodo agile, fuori dall'ambito dello sviluppo del software, si può applicare alle organizzazioni quando si trovano di fronte ad una sfida cruciale per la sopravvivenza, ovvero la digital transformation.

Molto è stato scritto sul concetto di 'fail fast, fail often', ovvero fallire velocemente e spesso, e può sembrare un semplice modo di dire che arriva dritto dalla Silicon Valley. Ma effettivamente, in tutte queste startup - alcune divenute giganti dell'economia - la velocità con cui si prova, si fallisce e si riprogramma un nuovo modello di business è vorticosa.

In senso commerciale e professionale, il fallimento non è un'opzione (si consideri il pilota della compagnia aerea: se dovesse fallire lui...), tuttavia se applicato al mondo di Agile Development , ridurre al minimo le conseguenze e massimizzare la velocità di apprendimento raggiungendo il punto in cui si può comprendere che è un fallimento, è un modo di mitigare il rischio assumendosi comunque un rischio.

Attenzione: non parliamo di rischio calcolato, ma di stabilire in anticipo i parametri per identificare quello che si sta facendo come un fallimento e cambiare velocemente rotta, raccogliendo le informazioni da quanto è stato fatto.

Fail Fast (fallisci velocemente) non significa necessariamente avere successo lentamente. Un cliente con un budget limitato e un periodo di tempo ristretto potrebbe non essere immediatamente entusiasta dell'idea di veder fallire un progetto per raggiungere il risultato desiderato.

Anche quando parliamo di digital transformation ci sono alcune strategie che possono essere impiegate per superare impedimenti prima che diventino importanti e bloccanti e che possono aiutare così le aziende a chiarire ulteriormente la loro comprensione sui processi che stanno affrontando, per arrivare più velocemente agli obiettivi che stanno cercando di ottenere.

La digital transformation ha bisogno di un approccio olistico. Si possono standardizzare dei modelli che hanno funzionato, ma nel momento in cui questo modello viene applicato a delle persone, dei team, delle aziende e a dei settori diversi, deve essere per forza riadattato. Ripetibilità dei processi e flessibilità nella loro applicazione sono due degli acceleratori che aiutano le aziende a portare avanti la trasformazione digitale. 

Con questo approccio olistico non arrivano regole scritte e comportamenti che decretano il successo delle aziende: tutti consigliano di introdurre i cambiamenti nel piccolo, costruendo dei framework di monitoraggio per capire cosa funziona e cosa no.

Mai come nella digital trasformation, il modello di sviluppo agile travalica i confini dello sviluppo software e diventa un mindset indispensabile per tutto il management (che deve supportare l'attività del CDO, impegnato nell'opera di trasformazione dirompente del modello di business).

Minimizzare i danni, i costi, i tempi del possibile fallimento (sempre possibile quando si parte con una nuova iniziativa) è la lezione più importante che CEO e CDO possono portarsi a casa dalla metodologia agile. Non è un incoraggiamento a fallire, ma a costruire una roadmap verso il successo che tenga conto, nei vari step, della possibilità che qualcosa non funzioni come dovuto. Bisogna circondare il percorso di alert, di punti di verifica e di analisi: ma, anche qui, l'innovazione tecnologia digitale ci viene in soccorso, grazie a software e a integrazioni tra applicazioni che permettono di monitorare in real time le performance delle organizzazioni e i risultati nella user experience, le due grandi aree in cui impatta la trasformazione digitale.

Definiamo il 'Fail Fast' nell'ambito della digital transformation: è una strategia per provare qualcosa, ottenere feedback rapidi e quindi ispezionarli e adattarli rapidamente al processo continuo di innovazione.

In presenza di alti livelli di incertezza, quando si percorrono strade inesplorate per un'organizzazione, è spesso meno costoso iniziare a lavorare su un prodotto o servizio nuovo invece di modificarne uno esistente, sapendo se abbiamo preso una buona decisione dopo un piccolo investimento e, in caso contrario, bloccare velocemente tutto prima che vengano spesi più soldi e sprecato altro tempo.

Benefici nell'implementazione del metodo 'fail fast' come strategia aziendale

  • Agilità: provando rapidamente cose nuove senza investirci troppo, un'azienda può cambiare più rapidamente, trovando la strada giusta per il cambiamento più velocemente.

  • Economicità: con la capacità di comprende già in fase di startup il probabile esito di un progetto, è possibile evitare grandi fallimenti e far risparmiare un sacco di soldi alle aziende.

  • Innovazione: 'fail fast' consente alle aziende di provare e rendere produttive idee creative che sarebbero troppo rischiose con un approccio 'fail-big fail-last'.

  • Produttività: l'implementazione di test, prototipi e progetti pilota consente in primo luogo di scoprire e, solo successivamente, di perfezionare approcci produttivi che possono portare le aziende verso il successo.

  • Resilienza: 'fail fast' consente di sviluppare differenti pipeline di idee e opzioni, che rendono le aziende più resilienti al cambiamento, aumentando le possibilità di scelta di fronte ai veloci cambiamenti di scenario.

  • Capacità di mutare: la valutazione costante e l'ambiente adattativo che si crea porta ad una maggiore agilità, migliorando la capacità di stare al passo o di superare la concorrenza.

  • Abitudine all'incertezza: questo tipo di strategia consente ai team di sentirsi maggiormente a proprio agio con l'ambiguità e l'incertezza che sono diventate parte del business nella maggior parte dei settori, con una maggiore capacità di improvvisare.

  • Velocemente sul mercato: 'fail fast' riduce drasticamente il tempo necessario per andare sul mercato e cambiare modelli di business.

  • Tolleranza al rischio: 'fail fast' migliora la consapevolezza del rischio e la tolleranza al rischio, ci si abitua a capirlo, dominarlo e a rimodulare le proprie azioni più velocemente.

  • L'innovazione diventa cultura: 'fail fast' costruisce la cultura dell'innovazione iterativa, aumentando la passione per l'apprendimento (distante dall'ansia delle sperimentazione con il rischio del fallimento, ma con la sua consapevolezza) e  potenziando le competenze nell'organizzazione, aiutando il cambio di mindset e di qualificazione dei dipendenti.

L'approccio del 'fail fast' per la digital transformation

La trasformazione digitale sta cambiando il modo in cui i clienti accedono e la maniera in cui richiedono nuovi prodotti o servizi.

Oggi i conti bancari vengono aperti online, le richieste di risarcimento sono gestite online con l'assicurazione, la salute del paziente viene monitorata online mentre l'acquisto online di beni e servizi è già un dato di fatto, una cosa del passato. Tutto è qui e tutto è ora, in tempo reale.

Fino a qualche anno fa, il fallimento del processo decisionale in campo aziendale era spaventoso e non difficilmente accettabile. Blockbuster, Nokia, Kodak, Blackberry sono noti esempi di aziende che scoraggiano dal provare nuovi modelli di business in modo rapido.

Ma con l'avvento dell'era digitale, il fallimento è accettato ed è visto come parte integrante di un business digitale di successo. Il fallimento deve essere veloce e le lezioni, quello che si impara dai propri insuccessi, devono essere ancora più veloci. Questo permette alle aziende di adottare un approccio 'shotgun' alla trasformazione digitale, un spara un colpo, vedi dove va e correggi il tiro.

'Fail fast" significa distribuire veloci progetti pilota e controllare il risultato. Se non funziona, se non ne viene fuori nulla di buono, butta tutto e passa ad una nuova idea, a qualcosa di nuovo. Preparati a cambiare il ritmo o la direzione, secondo la necessità.

Nessuna azienda può portare avanti una digital transformation senza fare errori. La digital transformation è un cambiamento dirompente e pensare che arrivi all'interno di un'azienda in modo lineare e senza ostacoli è utopico. Anche se un'organizzazione ha la migliore cultura interna e la migliore delle strategie possibili, il più illuminato dei CEO o il CDO con la più grande esperienza, ci saranno sempre degli ostacoli sulla strada del successo. Con le tecnologie digitali come il Cloud, i Big Data, le analytics cross-software, la mobility, Internet of Things, le aziende possono testare rapidamente idee innovative, prima ancora di arrivare al cliente per un feedback, praticamente senza che il cliente se ne accorga. O solo in parte, con disagi veramente minimali.

La velocità è essenziale oggi, ed è essenziale nei processi di digital transformation. A piccoli passi all'interno dell'organizzazione, ma velocemente. Testare tutte le idee senza fare enormi investimenti, e quindi consegnare applicazioni, aggiornamenti, cambiamenti in poche settimane è imperativo: metterci dei mesi o anni ti mette fuori gioco.

Questo cambiamento nell'approccio all'innovazione ha aiutato le organizzazioni a ridurre il time-to-market e miglioramento sull'esperienza del cliente.

Apple è il più grande esempio di un'azienda che ha fallito ma non si è arresa. Ha proseguito, perfezionato il suo approccio, migliorato la sua attività di ricerca e sviluppo e infine lanciato il prodotto che i suoi clienti desideravano. Le aziende oggi, però, non hanno il tempo che ha avuto la Apple per risorgere dalle sue ceneri e il processo deve essere governato, per non rischiare la bancarotta!

Dobbiamo essere quindi disposti ad abbracciare il fallimento come un momento necessario del percorso - non nasconderlo.

Quando Alan Mulally arrivò in una Ford Motor Company in acque molto agitate, poco più di 10 anni fa, voleva capire cosa c'era che non andava. Quando ha scoperto che i dirigenti erano riluttanti a condividere i risultati dei progetti fallimentari e li nascondevano, mescolando budget e attività allocate, ha voluto che ogni progetto andato male fosse reso pubblico, per contribuire a costruire una nuova cultura, che abbracciasse l'apprendimento che deriva proprio dal fallimento.

Ma Ford non è l'unica azienda automobilistica a sviluppare una cultura simile attorno al fallimento. In Toyota, gli avvisi di guasti o malfunzionamenti sono incorporati nella catena di montaggio a tutti gli effetti. Se un dipendente rileva un problema durante l'assemblaggio, è autorizzato a tirare un cavo per avviare immediatamente una sessione di risoluzione del problema riscontrato. Se non sono in grado di risolvere il problema in un minuto o meno, la produzione si interrompe. Tutta la questione è incentrata nell'individuare i problemi, risolverli rapidamente e imparare, come una squadra, dagli errori.

Essere disposto a correre rischi ti aiuta a cambiare rotta e a far funzionare le cose. La catena di caffè americana di maggior successo (indovinate qual è) non ha paura di prendersi dei rischi, anche quando le probabilità di successo sono poche. Nel 2010, il gigante della caffeina mondiale ha volutamente rischiato aggiungendo birra e vino alla loro offerta serale. L'unico problema: l'alcol non era il prodotto più consono da mescolare in un ambiente dove le persone andavano a fare meeting o a prendersi qualche ora per essere operative, usando Starbucks come ufficio virtuale, sia che si trattasse di scrivere resoconti di lavoro o fare i compiti per scuola.

Rendendosi conto molto velocemente delle frizioni che questo provocava nel suo modello di business, ha rapidamente rimossogli alcolici dal menù, continuando a sperimentare con altre iniziative. Ha detto un dirigente che "Starbucks è un caso emblematico da studiare su come si possa testare e andare avanti nel modo giusto quando il test fallisce." Ma il programma serale di Starbuck non fu il suo unico fallimento. Ha anche felicemente - e rapidamente - cambiato rotta su altre idee di business che non funzionavano, come la sua catena del tè Teavana e la panetteria di La Boulange. 

Conclusioni: 'fail very fast' con il digital

I progressi nell'analisi dei big data e nell'intelligenza artificiale promettono di portare le strategie 'fail-fast' a livelli completamente nuovi, offrendo un monitoraggio in tempo reale e potenti funzionalità di accesso ai dati integrati in grado di rilevare i guasti, problemi o inghippi quasi istantaneamente.

Nonostante tutto, un sondaggio IDG Cloud Futurecast ha rilevato che solo il 15% dei direttori IT delle aziende ritiene che l'assunzione di rischi sia fondamentale per la trasformazione di prodotti e servizi.

La capacità del cloud di guidare l'innovazione e mitigare i rischi sono elementi centrali anche per una mentalità 'fail-fast'. Il 28% degli intervistati del sondaggio IDG afferma che il cloud è essenziale per reinventare le proprie attività. Forse più importante, il 25% degli intervistati afferma che la capacità del cloud di supportare i test sui prototipi di prodotto e servizio con maggiore accuratezza è una risorsa chiave. Un altro 21% afferma che i metodi esplorativi e 'fail-fast' possono aiutare a minimizzare il rischio associato all'innovazione continua. Queste percentuali, sebbene relativamente basse, segnalano un importante cambiamento nel modo di pensare: il cloud non è più solo un risparmio di costi, ma un motore di innovazione.

Sperimentare nuovi prodotti e servizi utilizzando il metodo fail-fast può dare un vantaggio enorme sui concorrenti ai leader che riescono ad innescare la metodologia Agile del 'fail fast' all'interno del processo di digital transformation.

Il fallimento veloce nell'era digitale potrebbe essere la giusta ricetta per il successo della trasformazione digitale.

Con solo 15% dei responsabili IT oggi propensa ad accettare di innescare il fallimento come motore d'innovazione, direi che c'è un grande spazio per fare cultura e i CDO hanno un lavoro assicurato per i prossimi anni.